venerdì 26 agosto 2011

CIBO: NON LO SAPEVO!

L'altro giorno ero al bar della mia palestra, intento a lavorare sul PC quando arrvia una signora ed esordisce: "Vorrei un centrifugato!". Alla domanda del barman su cosa ci volesse dentro la signora ha proseguito: "Intanto delle arance, la vitamina C fa tanto bene..una banana, che dopo l'attività fisica mi aiuta tanto e poi, visto ch è estate, mettiamoci anche qualche carota, per l'abbronzatura...che dice?" 
Che doveva dire il barman? D'altra parte come il 99% delle persone comuni non sapeva che stava per preparare un cocktail letale.

Ok ok...ho esagerato un po', ma quello che la signora stava per bere e all'apparenza sembra una bevanda sanissima, in realtà è una bomba calorica, iperglicemizzante e probabilmente pieno di residui di pesticidi.

Con questo esempio ho voluto evidenziare una delle lacune maggiorni che le persone comuni hanno nella loro educazione alimentare: l'ignoranza, intesa proprio come ci ricordavano Aldo, Giovanni, e Giacomo non è altro che ignorare qualcosa.

Se infatti vi chiedessi quale bevanda tra spremuta d'arancia e birra sia più salutare, nessuno avrebbe dubbi puntando sulla prima. In realtà non è proprio così: la spremuta contiene 33 kcal per 100ml ed è altamente iperglicemizzante e ricca di zuccheri della frutta, inoltre spesso viene corretta con dello zucchero da cucina, il che la rende l'alimento perfetto per depositare grasso sulle vostre maniglie. La birra, pur non essendo certamente una bevanda dietetica ha 30 kcal per 100ml, inoltre è ricca di vitamine del gruppo B che servono per la sintesi proteica nei muscoli e nonostante abbia un valore glicemico molto alto (110), ha un contenuto di glucide puro molto basso, rendendo dunque la sua assunzione in quantità normali irrilevante ai fini della glicemia. Se poi la scegliete tedesca la sua purezza la garantisce la legge di purità tedesca che risale addirittura al 1516 e che prescrive che siano usati solo 3 ingredienti: acqua, luppolo e malto d’orzo. Provate a guardare sull’etichetta di un’altra nazione.

Restando tra le bevande voglio sfatare un'altro mito. Quello delle bevande isotoniche per sportivi. Avete presente tutti quei liquidi colorati (e che colori!!) che ci fanno l'occhiolino dagli scafali del supermercato o nel frigo della nostra palestra? Beh, lasciateli là. Innanzitutto perche una bevanda non dev'essere iso-tonica (cioè con la stessa concentrazione di elettroliti che sono presenti nei liquidi umani), ma ipo-tonica, cioè con una concentrazione minore rispetto al corpo umano. Solo così può avvenire una corretta reidratazione. Per non parlare di zuccheri aggiunti che li portano ad avere anche 45 kcal per ogni 100 ml (cioè 225 kcal per bottiglietta), ma anche degli aromi, coloranti e sostanze con denominazioni strane di cui ignoravamo l'esistenza. Se volete una bevanda che si addica meglio, sciogliete dei sali minerali in una bella bottiglia d'acqua naturale.

Abbiamo nominato l’acqua: controllate sempre il valore del residuo fisso ed accertatevi che non si aggiri mai oltre i 100 mg/l, anzi se mi permettete di fare un po’ di pubblicità vi consiglio due acque con un rapporto qualità prezzo più che accettabile: Lauretana e Sant’Anna.

Ma passiamo ora ai cibi: tutti sanno che le verdure fanno bene, ma meglio belle fresche comprate dall’ortofrutta e non quelle congelate, chissà quanti passaggi hanno subito? Sbagliato! Da figlio di contadino vi spiego il percorso che le verdure fresce fanno prima di finire in tavola: vengono intanto raccolte e a fine giornata incassettate e lavate. Quindi se sono state raccolte di mattina una giornata è già passata. In nottata finiscono al mercato ortofrutticolo, quello che vende all’ingrosso. Qui i negozianti acquistano quello che necessita. Poichè i mercati all’ingrosso non sono sempre in posizione comoda e visto che il tempo è denaro, il nostro amico fruttivendolo acquisterà qualcosina in più per i giorni. Intanto un’altra giornata è passata. Ora la verdura finisce parzialmente sul banco del negozio ma in buona parte nella cella frigo, da dove verrà levata all’occorrenza. Noi la acquistiamo, la mettiamo nel nostro frigo e la consumiamo successivamente. Pertanto: nel migliore dei casi la verdura ha 2-3 giorni prima di essere consumata, nel peggiore dei casi anche 6-7 giorni. Cosa volete che sia rimasta delle caratteristiche benefiche? Non voglio spingervi ad acquistare surgelato, ma in questo caso le verdure vengono raccolte, portate nel centro di lavorazione, e spesso la sera stesse sono già surgelate. Una bella differenza.
Ma il mio consiglio finale è quello di rivolgervi direttamente ad un contadino. Oltre ad essere una sana abitudine, spesso vi faranno vivere in diretta il momento della raccolta. Se poi la coltivazione è stata fatta sotto regime biologico, tanto meglio: costa qualcosa di più, ma il gusto e la salute ne guadagnano.

La stessa cosa vale per il pesce. E’ vero che oggiggiorno i trasporti merce sono rapidissimi per cui anche sulle tavole di Milano si può trovare pesce pescato fresco e di altissima qualità. Ma lo saranno anche le orate allevate in Grecia che a sconto troviamo sul banco del pesce nel supermercato? Meditate.
Il pesce surgelato invece spesso viene confezionato già sulle barche, al massimo nello stabilimento al porto di arrivo, dove comunque nella maggior parte dei casi arriva vivo. Tra l’altro ormai ci sono negozi specializzati nel pesce surgelato, non tutto è buono, ma se rischiate qualche tentativo qualcosa di ottimo salta fuori sempre.

E dove vogliamo lasciare il pane?? Tutti lo sappiamo, quello integrale è più salutare. Ma lo è davvero? Si, se fosse davvero integrale. In realtà la dicitura “pane con farina integrale” è piuttosto ingannevole. Indica un pane a cui, oltre al circa 60% di farina bianca viene aggiunta farina integrale in minor misura e crusca che ha un basso costo. Il pane “di farina integrale” purtroppo è difficilmente reperibile, ma in molti supermercati di origine tedesca si trova confezionato. Non è il massimo ma è comunque meglio del pane bianco della tradizione mediterranea. Se invece volete unire l’utile al dilettevole, io mi regalo ognittanto qualche giorno a Monaco di Baviera e torno con 10-15kg di pane squisitissimo che affetto e congelo.

Un’altro alimento molto diffuso e controverso è il pollo. Sulle confezioni o dai macellai se ne leggono di tutte: nostrale, pollo 100% italiano, allevato a terra, allevato all’aperto, ecc. Ma cosa significa in realtà. Se non c’è scritto nulla probabilmente è stato allevato in gabbie minuscole, imbottito di ormoni ed antibiotici e la carne vi cascherà dall’osso prima che arrivi alla bocca. L’allevamento a terra non è molto diverso: migliaia di polli che si spintonano mentre viene loro fornito il solito cibaccio di quelli nelle gabbie. Allevati all’aperto in genere sono quelli di prima che hanno anche la possibilità di vedere la luce del giorno qualche minuto poichè possono uscire dai pollai per 2-3m. Se volete seguire il mio consiglio, rivolgetevi al contadino che ha i polli che corrono per il campo. E’ vero, la carne è più dura e resta attaccata all’osso, ma volete mettere?

Per adesso mi fermo qui, spero di esservi stato utile e di avervi dato una mano ad arricchire la vostra educazione alimentare. So’ che molte cose dette sono correlate a costi maggiori, ma ricordatevi che siete quello che mangiate, e questo non è solo un detto, ma un dato di fatto.

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